Il Pasubio e la sua storia
- da kappadocio
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Era tanti anni che volevo proporre questa uscita lungo uno dei percorsi che maggiormente mi ha affascinato da quando pratico il trail running. Il pensiero va ancora a quelle prime edizioni della Trans D'Havet durante le quali rimasi praticamente folgorato dalla bellezza delle 52 gallerie del Pasubio e incantato nel leggere la storia legata alle battaglie combattute in loco durante la Prima Guerra Mondiale. Ed ecco così che mi son trovato quasi per gioco a proporre un'uscita alla banda in una data molto insolita (lunedì 30 Maggio) per assaporare quei luoghi senza troppa gente lungo i sentieri. Ammetto che mai avrei creduto di ritrovarmi a giro su quei pendii con altre15 persone a formare uno dei gruppi più belli degli ultimi anni.
Non c'erano solo i Malandrini ma anche amici veneti di vecchio corso (di quelli che hanno fatto praticamente TUTTO ma che ancora oggi preferiscono ritrovarsi tutti intorno a un tavolo piuttosto che a segnare il tempo in gara) e qualche nuovo amico raccattato durante questi due giorni di uscita. Ma andiamo per ordine.
L'arrivo è stato di domenica pomeriggio con pernotto sui colli intorno a Schio nei pressi del Villaggio San Gaetano. Qui Roberta (RobyChao x gli amici) e Giuliano ci hanno accolto con tutta la simpatia e l'amore tipico dei veneti tra un prosecco e una risata parlandoci di come verrà organizzata l'uscita del Lunedì. Abbiamo avuto anche il tempo di infastidire una comitiva in Erasmus che dormiva nella stessa zona dove alloggiavamo noi.
Cena delirante da Delia tra bevute e cibo degni di 5 stelle su TripAdvisor e un dopo cena scoppiettante con la star locale MARINO, di cui ci siamo innamorati subito. Il suo "Ocio ai oci" mi perseguiterà nei sogni per molte decadi. Solo successivamente abbiamo scoperto che l'acool in corpo di Marino gli aveva dimezzato il detto che in realtà è "Ocio a l'Aqua che l'aqua ha i oci e la te tira drento"
Le premesse per una giornata stupenda c'erano tutte e neanche la notte passata con Samuele e Roberto in camerata o la pioggerellina alle prime luci dell'alba potevano distruggere questo ottimo umore. Del resto quando ho prenotato la giornata avevo espressamente richiesto non piovesse durante il giro e non facesse troppo caldo quindi sapevo che sarei stato ascoltato in maniera ovviamente malandrina ^_^
Al parcheggio dell'attacco del sentiero c'erano la Pampero con il compagno Franco e i miei grandi amici veneti LeoCaster e Lorenza che non vedevo da tanto. In un attimo sono tornati ricordi di tanti momenti passati insieme quando ancora il Trail Running aveva un volto diverso, convivialità e passione per i monti.
I nostri ciceroni ci hanno così accompagnato lungo la strada delle 52 gallerie che da Bocchetta Campiglia raggiungono il Rifugio Achille Papa. Si tratta di uno dei più grandi esempi ingegneristici della Prima Guerra Mondiale.
La strada delle gallerie è stata costruita nel 1917, fra febbraio e dicembre, per servire il fronte del Pasubio in quanto la strada principale che saliva (la strada degli Scarubbi) era troppo esposta alla neve e ai bombardamenti degli Austriaci. Ne fu protagonista la 33ª compagnia minatori (integrata in seguito da altre squadre), dopo che al suo comandante, il tenente Giuseppe Zappa, venne dato l’incarico di valutarne la fattibilità. Non c’era in partenza un progetto, ma solo un’indicazione di massima, perché «data la natura rocciosa e frastagliata del terreno, di cui non c’erano carte o rilievi, non era possibile stabilire preventivamente un tracciato». La strada è lunga 6300 metri: 2300 sono in galleria, i restanti scavati nella roccia a mezza costa. Parte da una quota di 1216 metri e termina a 1928 metri, per un dislivello complessivo, contando i saliscendi dell’ultimo tratto, di 784 metri. È considerata un capolavoro di ingegneria militare.
Dopo una breve sosta in prossimità del Rifugio Achille Papa è iniziata la seconda parte del nostro viaggio nella storia, in quella che viene definita "zona sacra": una sorta di museo della guerra a cielo aperto dove puoi sentire veramente il peso di un periodo storico che sembra tanto lontano ma che ancora oggi si rivela attuale. Risalendo verso l'allora linea di confine abbiamo potuto ammirare il Cimitero della Brigata Liguria e l'eloquente targa "DI QUI NON SI PASSA", motto usato dalla brigata e che si è dimostrato vero durante le sanguinose battaglie qui avvenute. Ancora oggi è possibile trovare resti di ossa e di suppellettili del periodo come si vede dalla piccola teca in prossimità del cimitero.
Continuando lo sguardo si volge alla Chiesetta degli Alpini per poi arrivare alla “Selletta del Comando”, depressione che separa il costone orientale della Cima Palon dal Corno del Pasubio. È in questo punto che gli austriaci quasi riuscirono a sfondare la “prima linea” italiana. Qui sono visitabili la caverna, coperta in cemento armato, che ospitava il comando di settore e pochi metri più avanti il tratto di trincea di prima linea che proveniva dalla Cima Palon e proseguiva per il Corno del Pasubio, il Nido d'Aquila, il Passo dell'Ometto, il Passo degli Alberghetti e la Punta delle Lucche.
Il nostro giro si sposta poi verso il dente Austriaco e il dente Italiano e non mancano lungo il traverso i piacevoli passaggi di Marmotte che giocano tra i sassi. Imponenti le trincee scavate in questi luoghi e tantissimi gli anfratti e le gallerie realizzate sia dai difensori Italiani che dal comando austro-ungarico che voleva cercare di avanzare. Qui si svolse la cosidetta "guerra di mine" che ebbe il suo culmine alle 4:30 del mattino del 13 marzo 1918 momento in cui una mina austro-ungarica con i suoi 50.000 kg di esplosivo, caricati in due camere di scoppio sotto il Dente Italiano, causò il crollo della parte settentrionale del Dente Italiano, ancora oggi nettamente visibile.
Mentre si prosegue lungo il Sentiero di crinale mi immagino piccoli spezzoni della vita negli anni della guerra su queste montagne e resto spesso lì a pensare alla fortuna che ho avuto nel trovarmi lì con amici a godere di tanta storia. Neanche i lamenti del Marini per le piccole asperità e le lievi salite riescono a togliermi il buon umore (a proposito, grande Roberto per aver portato a termine il giro. Pensavo di dover chiamare l'elisoccorso e avvertire la Rosetta che a breve poteva chiedere l'assegno di reversibilità ma sei riuscito a sopravvivere. Sarà per la prossima).
Il giro prosegue per Cima Palon e da qui si scende verso un angolo incredibile che non avrei mai pensato di vedere in vita mia (e ovviamente ringrazio gli amici veneti per averci portato). Si tratta degli Scaffali della Memoria con vista panoramica sull'Incudine, sui quali si raccolgono e conservano in silenzio i resti della presenza umana che nei lunghi mesi della guerra ha vissuto questa montagna. A pochi metri dagli Scaffali della Memoria è stato allestito un piccolo museo all'aperto con i resti ritrovati in queste zone: semplicemente favoloso.
Il tempo però è tiranno e non possiamo che avviarci a concludere il giro lungo la strada degli Scarubbi utilizzando i sentieri di innesto che accorciano notevolmente questa lunga carrabile che da Bocchetta Campiglia raggiunge il Rifugio Papa. Anche in questo caso la strada è un segno tangibile della storia. Originariamente fu una mulattiera che venne poi ampliata per portare nuove forze alla difesa del dente italiano contro gli autro-ungarici. Il fatto però che questa sia sul versante Nord ( la neve rendeva quindi difficoltoso il passaggio e riduceva notevolmente i mesi in cui poteva essere utilizzata) e che il vicino Monte Majo fosse stato conquistato dagli austriaci (da lì potevano sparare sui mezzi in transito) portarono alla realizzazione delle 52 gallerie.
Alla fine con ben 20 km e 1300 mt di dislivello abbiamo potuto vivere un po' della storia italiana della Prima Guerra Mondiale. Qui potete vedere un po' delle foto che abbiamo scattato. Non ci resta che concludere questa bellissima esperienza con un terzo tempo degno della migliora tradizione malandrina e degli albori del Trail. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno partecipato non solo per la girata ma anche per il Terzo Tempo e per aver raccolto qualche soldo da dare in beneficienza a una amica di Roberta ipovedente (Silvana Valente, nonchè Campionessa olimpica) che ha tante idee e progetti da realizzare. GRAZIE A:
RobyChao
LeoCaster
Lorenza
Roberto (il Marini)
Samuele (l'Autista di Monza)
Sofia (la paninara)
Vizzo e Stefano
Renolda e Samuele
Brb e CoccoPit
la Pampero + Franco
Silvia (soprannome in fase di definizione)
Me medesimo
Alla Prossima!!!
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