I WANT TO RIDE MY "PODEROSA"
- da Adriano
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Quando fai parte della Banda dei Malandrini e ti trovi di fronte ad un bivio e dover fare una scelta hai due opzioni:
- La maniera CONVENZIONALE, la scelta più saggia e logica.
- La maniera MALANDRINA, istintiva, alla C.d.C., sconsiderata, chiamatela come volete.
Decisione: Ho affrontato il mio viaggio, l'estate scorsa, da Agliana a Vieste con lo spirito Malandrino in bici.
Il seme di questa folle idea fu seminato inconsapevolmente molti anni prima quando, durante una vacanza trekking con i miei amici, stavamo percorrendo in auto la strada che attraversa l'altopiano di campo imperatore verso l'inizio dei sentieri del Gran Sasso.
Guidavo io e ricordo ancora il piacere nel percorrere quelle strade in quello scenario spettacolare, un mix di morbidi profili di colli erbosi dai tratti quasi islandesi con sullo sfondo rocciose montagne che richiamano vagamente le vette dolomitiche. Mi soffermai per un istante su un cicloturista fermo a riposarsi in un area di sosta e pensai che in effetti forse quello sarebbe stato il modo migliore per godersi a pieno quei paesaggi. Il pensiero durò poco perchè non ero mai andato in bici fino a quel momento, se non quando ero piccolino, e anche negli anni successivi raramente avrei inforcato la bici. Questo fino a questa primavera quando ,una volta liberati dalle restrizioni del primo lockdown, ho ripreso la bici per andare alla stazione per prendere il treno per andare a lavoro e per fare qualche breve giratina nei dintorni di casa. Il resto lo ha fatto la visione del documentario di Jovanotti sul suo viaggio in bici tra Cile e Argentina. "e se fosse l'anno della biciclettata?" mi sono detto con la più totale inconsapevolezza di quale potesse essere l'organizzazione (in realtà minima) di un viaggio di questo tipo e la necessaria preparazione fisica. Inoltre la bicicletta, che poi ho battezzato "la Poderosa" in onore alla moto del Che, non sembrava garantire il massimo delle performance e della resistenza.
Il progetto iniziale era essenzialmente di arrivare sulla costa adriatica e da lì proseguire magari in altre zone prendendo il treno per fare una decina di giorni di vacanza.
Sono partito senza un itinerario ben definito, avevo solamente posto qualche punto fisso sul percorso da fare come Perugia, Norcia, Amatrice e naturalmente ripercorrere quella strada che tanto mi colpì qualche anno prima per raggiungere Campo Imperatore. Sapevo che avrei dovuto fare tanta salita ma confidavo nel fatto che nella peggiore delle ipotesi avrei fatto più tappe o in alternativa avrei preso treno o autobus, in fondo per me era un viaggio non una prova fisica da dover necessariamente affrontare per intero in bicicletta.
Le incognite erano tante dalla tenuta fisica, alla robustezza della bici, il caldo, la fatica delle salite, non aver prenotato dove dormire ecc. ma decisi saggiamente di non pensarci fino al giorno della partenza.
Sono partito l’11 agosto, un martedi mattina molto presto. Ricordo di aver cercato invano la pompetta per rigonfiare la ruota della bici in caso di foratura. Sono partito quindi con una camera d'aria di ricambio, senza neanche aver guardato un tutorial sul come cambiarla in caso di foratura e senza pompetta per eventualmente rigonfiarla. Credo sia stata questa strategia a fare in modo di non aver mai forato per i 933 km percorsi.
Il resto dell'equipaggiamento consisteva in una micro tenda che mi sono fatto prestare da un amico, un paio di magliette tecniche (una delle quali persa il secondo giorno), due paia di capi tra mutande calzini t-shirt, giacca antivento e kit per bagno e per ricaricare il cellulare. Il resto, cibo e acqua compreso, lo avrei preso lungo il percorso.
Partivo la mattina presto a pedalare cercando di sfruttare le due tre ore un pò più fresche della giornata. Da metà mattinata in poi il caldo in certi giorni era veramente forte specialmente nel percorrere le assolate campagne tra Toscana e Umbria. Verso l'ora di pranzo generalmente mi fermavo per mangiare e controllavo su internet se nelle vicinanze ci fosse stato qualche campeggio o air-bnb economico ed in base a quello che trovavo sceglievo il finale della tappa.
In ogni località ho trovato compagnia per passare il resto della giornata e serata. Vedermi arrivare da solo in bici facilitava l'inizio di conversazioni e specialmente nei campeggi ho finito per cenare ogni sera con persone diverse incuriosite da questa piccola avventura in cui mi ero cimentato.
A Foligno invece sono stato ospitato a cena dal mio collega Kascia e la sua famiglia ,in vacanza dai suoceri, facendo il carico di carboidrati e proteine per tutto il resto del viaggio dopo aver passato in rassegna tutte le specialità enogastronomiche umbre.
Percorrere le strade di Umbria e Abruzzo mi ha portato ad attraversare anche borghi e città colpiti dal terremoto. Nonostante le immagini viste in tv ci portino a pensare di essere preparati a vedere dal vivo gli effetti drammatici del sisma, trovarsi di fronte alle macerie fa veramente impressione e arrivarci in bici mi ha dato modo di vedere in maniera graduale e crescente le ferite ancora aperte lasciate in quei territori.
Cicatrici su strade provvisoriamente rattoppate, ponteggi sparsi qua e la e opere di messa in sicurezza di piccoli paesi periferici che sembravano svuotati.
Raggiungere Norcia con il suo centro storico ancora parzialmente chiuso e sigillato in quella "zona rossa" che fino all’arrivo della pandemia era un termine che veniva usato solo in queste situazioni. Amatrice luogo simbolo di quella che doveva essere la ricostruzione vive ancora in uno stato provvisorio dove case e attività commerciali sono tutte prefabbricate e le macerie delle vecchie costruzioni non sono ancora state del tutto rimosse.
Man mano che proseguivo mi rendevo conto che si avvicinava il momento delle grandi salite ma con il passare dei giorni facevano sempre meno paura. Ricordo che durante la prima tappa quasi totalmente pianeggiante mi scappava da ridere di fronte a un cavalcavia o una rampa con un pò più in pendenza. "ma in do cazzo vò se duro questa fatica qui per fare 50 metri?”
Invece la speranzosa convinzione che la gamba si “sarebbe fatta” a poco a poco lungo il percorso alla fine si è concretizzata .Affrontavo le lunghe salite col rapporto più agile possibile, in certi tratti sembravo quasi fermo nonostante i mille giri di pedali. Mi fermavo per riposare gambe e fiato di continuo ma lentamente, molto lentamente andavo avanti.
Il giorno dell’ascesa all’osservatorio di Campo imperatore iniziò molto presto.
Alle 6 ero già in sella e mi ero lasciato alle spalle il delizioso borgo di Calascio con una temperatura fresca e il cielo leggermente velato e nessuno, a parte me, per strada per i primi km di salita.
Le soste per riposare diventavano occasione per scattare foto a quel paesaggio spettacolare e lentamente con il passare delle ore il viavai di moto, camper, auto aumentava e solo avvicinandomi all’ora di pranzo ho ricollegato che era ferragosto. Sembrava un grande raduno globale e tutti erano in quel luogo per una cosa sola: assaggiare i mitici Arrosticini di pecora. Grandi spiazzi circondati da mezzi di tutti i tipi e griglie fumanti erano la meta tanto ambita per molti. Non per me che con una inconsapevole “partenza intelligente” avevo già fatto la scorpacciata di arrosticini il giorno precedente. Dopo la colazione del campione intorno a metà mattinata con panino doppia salsiccia e cipolla e birra artigianale ero pronto per affrontare l’ultima parte di salita, quella più dura.
Ciclisti della domenica mi passavano accanto incitandomi, rispondevo come potevo trattenendo a stendo rutti alla cipolla e imprecazioni. L’arrivo alla vetta però mi ha visto sorridente come un bambino e voltandomi verso la spianata che mi ero lasciato sotto riuscivo a stento a credere a quello che avevo fatto. Celebrata la conquista con una doppietta di Ichnusa da 66cl era arrivato il momento di ripartire.
Pianificai quindi di cominciare
a scendere in direzione costa e di fermarmi al primo paesino abitato e cercare un posto letto per riposare in maniera più confortevole per recuperare le energie spese.
Non calcolai che in quei giorni era tutto strapieno con il risultato che dovetti spingermi fino a Pescara per trovare una camera. Risultato 125 km e più di 12 ore sui pedali
Quella notte dormii come un gattino, ormai ero arrivato al mare l'obiettivo l’avevo raggiunto. Da quel momento in poi potevo prendermela comoda. Ricordo di aver posticipato la sveglia fino alle dieci e mezzo. Poi colazione sul lungomare e nuovamente sui pedali al passo dei villeggianti. Il percorso proseguiva verso sud seguendo la Ciclovia Verde, una splendida ciclabile che percorre tutta la costa abruzzese e molisana punteggiata ogni tanto dai famosi Trabocchi, alcuni molto scenografici e caratteristici.
Gli ultimi giorni li ho spesi in totale relax ,pedalando solo la mattina per poi godermi un pò di mare nel pomeriggio fino all'ora del tramonto. La tappa conclusiva del viaggio è stata la splendida Vieste che mi ha conquistato con un mare bellissimo e un atmosfera festosa
.
Era arrivato però il momento di ritornare.
A quel punto inizia la seconda parte del viaggio che pensavo di liquidare in un giorno di treno ma mi sono imbattuto nell' ordine:
A. Non ci sono treni a Vieste. Solo un autobus Vieste-Foggia .Quindi smonta la ruota davanti e ponila nel ripiano bagagli dell'autobus tra le bestemmie dell'autista.
B. Se arrivi a Foggia alle 11.33 di domenica c’è solo un treno che lascia Foggia e che va fuori regione. Va a Potenza ed è alle 11.40 e quindi non hai molto tempo per decidere se passare un giorno intero nella non proprio indimenticabile Foggia o prendere il treno per Potenza e poi si starà a vedere.
C. Sul treno per Potenza capisci che Potenza è ancora più a sud rispetto a Foggia e quindi forse non hai fatto la scelta giusta. Però guardando la mappa forse un collegamento per Napoli c’è.
D. Il treno Potenza Napoli è momentaneamente sospeso. Cè un comodo Bus sostitutivo. Quindi rismonta la ruota davanti e mettila nel ripiano bagagli tra le bestemmie dell'autista.
E. Una volta arrivato a Napoli confidi di prendere un frecciarossa per Firenze ma scopri che le bici non le puoi imbarcare sui treni frecciarossa o intercity se non smontandole completamente pezzo per pezzo e che le bici le puoi portare solo sui treni regionali che fanno tutte le fermate. E guarda caso è weekend di contro esodo e il primo posto libero sul regionale c’è la mattina successiva alle 8 destinazione Roma. Quindi esci dalla stazione, passi davanti a un accoltellato circondato da polizia, una signora che in piedi su una panchina arringa una piccola folla sull’imminente arrivo di un nuovo messìa e cerchi un bed n breakfast in zona e ti mangi una incredibile pizza Lucignolo.
F. Arrivi il giorno seguente in una Roma soleggiata semi deserta e ,se non fosse drammatico dal punto di vista economico, ti chiedi se non sia il posto più bello del mondo. Riparti destinazione Pisa perchè quello è l’unico regionale che puoi prendere in partenza da Roma.
G. A Pisa pensavi di prendere il treno per Lucca e poi quello per Montale ma da Lucca a Pistoia ci sono lavori sui binari e il servizio è garantito con bus sostitutivo e non hai voglia di smontare la ruota con le bestemmie dell'autista negli orecchi. Allora ormai che ci siamo arriviamo anche a Firenze.
H. Ti godi Firenze - Montale pensando che forse ci avresti messo meno tornando direttamente in bici dalla Puglia
Dati Tennici
Tappa 1 - Agliana - San Giovanni Valdarno - 89km - (D+)990m (D-)900m
Tappa 2 - San Giovanni Valdarno - Castiglione del Lago - 101km - (D+)1155m (D-)1029m
Tappa 3 - Castiglione del Lago - Assisi - 76km - (D+)1107m (D-)1157m
Tappa 4 - Assisi - Spoleto - 52km - (D+)393m (D-)294m
Tappa 5 - Spoleto - Castelvecchio - 54km - (D+)2800m (D-)2580m
Tappa 6 - Castelvecchio - Norcia - Amatrice - 80.2km - (D+)2590m (D-)2190m
Tappa 7 - Amatrice - Calascio - 99.5km - (D+) 2720m (D-)2509m
Tappa 8 - Calascio - Campo imperatore - Pescara - 124km - (D+) 2700m (D-)3890m
Tappa 9 - Pescara - Torino di Sangro - 54.4km - (D+)823m (D-)847m
Tappa 10 - Torino di Sangro - Campomarino - 67.5km - (D+)712m (D-)744m
Tappa 11 - Campomarino - Rodi Garganico - 87.6km - (D+)506m (D-)510m
Tappa 12 - Rodi Garganico - Vieste - 47.9km - (D+)1288m (D-)1289m
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